Presentazione dei numeri da 1-10 in classe prima
Come presentare i numeri da 1 a 10?
Si possono presentare in mille modi diversi. Forse per questo motivo per me è stato difficile scegliere. Ho letto tanto, nel web, sui libri ed infine sono arrivata a comprendere che il metodo giusto non c'è.
Sicuramente esistono buone pratiche da mettere in atto, prerequisiti da consolidare e passaggi delicati da monitorare. Ogni insegnante, come professionista che è nel proprio campo, deve scegliere, anche in base alle competenze che possiede, ciò che lo rappresenta, ma soprattutto ciò in cui crede e si sente bene. Perché, cari miei lettori, i bambini sentono quello che gli raccontiamo, insegniamo, proponiamo ogni giorno a scuola. Non ascoltano solo con le orecchie o vedono con gli occhi il materiale che portiamo, ma lo sentono con il cuore: sentono la passione che gli trasmettiamo, l'entusiasmo delle piccole scoperte, le nostre emozioni... sentono che gli vogliamo bene.
Fatte queste premesse vi racconto la mia esperienza, che non vuole assolutamente convincere, ma spero possa servire come condivisione.
Sapete, che una delle mie passioni è la lettura e quindi ho scelto di presentare i numeri prendendo spunto dalle fiabe. Io stessa ho preso spunto dal libro IMPARO la matematica di Giovanna Ventrella. Propone di presentare i numeri da 1 a 10 leggendo loro le fiabe e trovare i numeri nei personaggi della storia o oggetti principali. Ad esempio, per presentare il numero uno, la storia narrata era quella di Aladino: c'è un genio, una lampada, un tappeto magico, un tesoro e così via. Per presentare il numero DUE la fiaba era quella dei fratelli Grimm "Hansel e Gretel": due sono i fratelli, ma due erano anche i biscotti a forma di cuore sulla casetta della strega nel bosco, ecc... . Leggere dei racconti ai bambini non solo li affascina, ma mantiene l'attenzione viva e i tempi di concentrazione migliorano. Inoltre è meraviglioso anche per noi docenti, che grazie alle storie entriamo nel loro mondo, creando un legame affettivo-emotivo molto forte con loro.
Come se tutto ciò non bastasse, i bambini adorano ascoltare storie e la maggioranza di quelle raccontate in classe sono conosciute. In classe prima, poi, i bimbi si trovano in un contesto sconosciuto con compagni nuovi, e ascoltare una storia li fa sentire un po' a casa, come quando la mamma gli racconta una storia sul letto prima di dormire, o sul divano con il papà e i nonni. Diamo quindi così sicurezza al bambino, creiamo un'atmosfera positiva e rilassata, ideale per qualsiasi tipo di apprendimento. Ascoltare una narrazione, insieme ad altri bambini che non si conoscono ancora bene, instaura legami tra gli ascoltatori stessi e si formano momenti di confronto da parte dei bambini -importanti soprattutto per i bimbi un po' più timidi- non solo in plenaria in classe, ma anche in tempi non strutturati, quali possono essere i momenti ricreativi.
Altri benefici? Si ampliano il vocabolario e le conoscenze linguistiche. Cosa ancor più importante: è stato dimostrato scientificamente dalle neuroscienze, che ascoltare una storia porta il bambino letteralmente in un nuovo mondo, nel mondo che il narratore racconta, entrando in empatia con i personaggi e li porta così a conoscere e nominare le emozioni, che incontrano poi anche nella vita reale. Se poi invitati a partecipare in modo attivo alla narrazione, possono sviluppare un pensiero critico e la capacità di risolvere i problemi, che vengono affrontati lungo il racconto, ipotizzare soluzioni possibili e verificarne la fattibilità. In questo caso sarà l'insegnante a formulare tante domande stimolo, tanti perchè?
Vi lascio un link che rimanda all'articolo "Il racconto come aiuto allo sviluppo cognitivo, affettivo ed etico-valoriale" di Immacolata Lagreca sul portale EDSCUOLA.EU per approfondimenti.
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